The story of our hipstermania

Immagine della copertina del disco degli Hepcat, musicisti che hanno fatto la storia hipster
Nel 1940, fu creata la parola hipster, che sostituì il termine hepcat e indicava gli appassionati di bebop e hot jazz, che sognavano di distinguersi dai fan dello swing. L'etimologia del termine è discussa. Si fa risalire a " hop", un termine particolare per oppio, droga spesso usata per viaggiare nei colori dei sogni hipster, oppure alla parola wolof hip , che significa vedere, oppure ancora hipi, cioè aprire gli occhi!
L'introduzione dei termini hep e hip nella lingua inglese è di origine incerta, ma ci sono molte teorie.
All'inizio i jazzisti utilizzavano hep come termine per descrivere gli appassionati di jazz, e insieme ai loro fan, venivano definiti hepcats. Alla fine degli anni trenta, con la nascita dello swing, hip sostituì il termine hep. Il famoso clarinettista Artie Shaw descrisse il cantante Bing Crosby come «il primo bianco hip nato negli Stati Uniti».
Momento di condivisione musicale jazz
La sottocultura hipster si ampliò ancora di più, assumendo nuove forme dopo la seconda guerra mondiale, quando al movimento si associò una fiorente scena letteraria. Jack Kerouac descrisse gli hipster degli anni quaranta come anime erranti portatrici di una magica spiritualità. Fu Norman Mailer a dare una definizione del movimento. In un saggio intitolato Il bianco negro (1967), Mailer descrisse gli hipster come esistenzialisti statunitensi, che vivevano la loro vita circondati dalla morte - annientati dalla guerra e dal conformismo sociale. Decidevano quindi di slegarsi dalla società e di intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell'io!
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