Scatto finalizzato al servizio fotografico per "The Hipster in the mirror", di Mark Greif.
Il più lucido e attento
studioso dell’hipsteria è il critico letterario americano Mark Greif, professore
associato della New School University di New York (che ha scritto diversi
articoli per il New York Times, tra i quali “The hipster in the mirror”), il
quale considera gli hipster come la quintessenza del consumatore moderno. Vediamo insieme il perché.
Mark nel suo
articolo parla del mito dell’hipster
ovvero che non c’è definizione per lui. Cerca quindi di
"catalogarlo" come una subcultura di uomini e donne tipicamente
ventitrentenni che danno molto valore al pensiero indipendente, alla
controcultura, alla politica progressista,
apprezzano l’arte e l’indie-rock, la creatività e l’intelligenza.
Rifiutano l’ignoranza culturale dei
consumatori mainstream, e vestono abiti vintage raffinati, oppure jeans stretti
e vecchie sneakers, occhiali con la montatura spessa. Sia gli uomini che le
donne hanno tagli di capelli simili, un po’ androgini e dal taglio asimmetrico:
questi stili sono associati ai barbieri creativi dei centri urbani, di solito
troppo estremi per il consumatore mainstream.
Sono inoltre riconosciuti come quelli che si attribuiscono il merito di
aver scoperto una nuova tendenza
culturale per primi e il loro orgoglio proviene dal saper
decidere cosa è cool in anticipo sul resto della società.
E tu, sai decidere quali saranno le mode del
futuro?